Dentro una bolla di sapone, dove ti senti protetto, leggero, il mondo fuori ha quegli strani colori, tutti i colori.
Settimana di colloqui, per la verità solo due, ma faticosi, lunghi e divertenti.
Un viaggio in treno, a parlare fitto fitto di te, e scoprire pensieri simili, compatibili, con il ghiaccio che si rompe piano, scaldandosi col tepore del cuore aperto e della sincerità.
Dove ti convinci che negli assessment, i colloqui con altre 5/6 persone, in cui si cerca di risolvere insieme dei problemi, puoi davvero spaccare tutti.
Pochi minuti fianco a fianco, camminando e prendendo un caffè, un gesto semplice e banale che ti fa tornare in un ufficio col buonumore stampato in faccia, e sorridi anche a quelli che incroci sul viale, tanto sei contento.
Non per fare il figo, no, ma solo perché mi viene naturale “la parlantina” come diceva la potenziale collega polacca, anche se “faccia da squalo” non me l’aveva mai detto nessuno.
Un mazzo di primavera, perché ti piace contemplare i sorrisi e gli sguardi sbarluccicanti di…qualcosa che cresce.
E dunque prospettive di lavoro concrete, cose diverse da valutare, futuro che cambierà nel giro di qualche settimana, voglia di fare e curiosità, non timore, di iniziare a dimostrare cosa puoi fare, oltre i voti e le medie della sQuola.
Una settimana, che sembra davvero un’eternità, in cui speri di aver dato il peso giusto alle parole, non per “affascinare”, ma solo per dire chi sei e poi…chissà.
Elucubrazioni vere sulla convenienza di prendere o meno un mezzo di trasporto che ti possa allungare il sonno, accorciare lo scazzo, far inumidire bellamente in case of rain.
All’inizio di tutto, non voglio che sia la fine di niente, sono pronto a lottare per questo.
due post alternati, due post incrociati, una sola settimana, una sola testa...in cui sta dentro tutto.
Da leggere in fila, come sono impaginati, oppure prima corsivo e poi normale, come volete.
PS: oggi ( 7/02 ) blogger mi ha fatto casini, ringrazio mannuc x il ripescaggio del post
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